Oggi alla Posta
Una cinquantina di persona attendono il turno con regolare numero preso alla macchinetta.
Un ragazzo extracomunitario decide per motivi personali di non poter più attendere e dopo essersi guardato intorno si avvicina ad una vecchietta seduta offrendole il suo biglietto preso un’ora prima.
La vecchietta era entrata da 20minuti con un numero quindi ben maggiore.
La vecchietta sorride ringraziando e il ragazzo rincuorato dal bel gesto va per allontanarsi.
Una donna, che come tanti aveva assistito alla cortesia, decide di dare un’altra lettura e inizia a lamentarsi dell’ingiustizia perpetrata ai danni dell’intera comunità in attesa spiegando che con quel gesto una persona (la vecchietta) che era li da 20 minuti avrebbe scavalcato lei che aspettava da 45minuti
Il ragazzo imbarazzato e non capendo bene il dialetto della signora si allontana sorridendo dubbioso. La vecchietta non sa cosa dire mentre iniziano a formarsi due correnti di pensiero, una che dava ragione alla signora “45min” (ma senza una convinta presa di posizione) e l’altra che avrebbe tollerato a buon cuore la gentilezza del giovane.
Nei fatti, la vecchietta stava ricevendo in regalo i sessanta minuti passati ad attendere dal ragazzo, non era soltanto un numero progressivo stampato sul bigliettino ma un’ora di vita che quel ragazzo stava “passando” alla vecchietta. Un’ora, che nessuno gli ridarà indietro.
Ma si può “passare” del tempo a qualcuno?
Epilogo: un’altra signora se ne esce con una genialata; prende il biglietto della vecchietta e lo sostituisce con quello della Signora “45minuti” mandando in frantumi la logica ma ridando una parvenza di ordine a quella Posta.